Al Teatro dello Spirito dal 1947 con il Dramma Popolare

©  Fabrizio Mandorlini 
San Miniato è città del teatro senza avere un teatro. Ma il suo teatro è unico al mondo. E’ conosciuto come il “Teatro dello Spirito”, intendendo con ciò tutti quei testi che, rappresentati negli anni, si pongono il problema della ricerca del senso e del significato della vita, anche in maniera conflittuale e non risolta, e che anelano ad una risposta più alta, in un rapporto dialettico ed entusiasmante con l’alterità, vista non come limite, a volte opprimente, dell’uomo, ma, al contrario, come possibilità di risposta alle domande fondamentali della mente umana. Qui l’ispirazione cristiana viene dunque assorbita come essenza primordiale e ragione profonda dell’interpretazione della storia, come fonte di interrogativi e di possibili risposte, come radice culturale, sociale e spirituale, come possibilità di nuova vita: non un teatro confessionale, ma un dramma autenticamente popolare, che, a partire dai punti di riferimento culturali e religiosi del mondo occidentale, ricerca, a volte con fatica, una soluzione diversa, forse apparentemente più difficile, ma l’unica per cui valga la pena di spendere l’esistenza. Grandi scrittori, grandi registi e grandi attori. Il meglio del teatro è passato dal palcoscenico all’aperto del Teatro dello Spirito, naturale crocevia internazionale di questa drammaturgia, unica nel suo genere. Impossibile ricordarli tutti, una lunga striscia che attraversa il teatro italiano dal dopoguerra a oggi che unisce il palcoscenico, la scena e la fede e che ogni anno accende i riflettori sull’Italia e oltre. Tanto per citarne alcuni, a firmare la regia dei vari spettacoli sono stati vari maestri, tra cui Orazio Costa, Luigi Squarzina, Franco Enriquez, Sandro Bolchi, Aldo Trionfo, Josè Quaglio, Sandro Sequi, Beppe Menegatti, Ugo Gregoretti, Giancarlo Sbragia, Mario Scaccia, Pino Manzari e Krzysztof Zanussi. Tra gli autori dei testi rappresentati figurarono Henri Gheòn, Thomas Eliot, Jacques Copeau, Georges Bernanos, Graham Greene, Paul Claudel, Diego Fabbri, Ignazio Silone, Mario Pomilio, Mario Luzi, Elie Wiesel, Franco Enriquez, Thomas Mann, Kaj Munk, Derek Walcott, August Strindberg, Elena Bono, Julien Gracq, Curzio Malaparte ed il pontefice Karol Wojtyla. Quanto agli interpreti, si può dire che il meglio del professionismo teatrale è passato da San Miniato e, in molti casi, da qui è partito: Giulio Bosetti, Ernesto Calindri, Rossella Falk, Arnoldo Foà, Carla Fracci, Nando Gazzolo, Giancarlo Giannini, Remo Girone, Giuliana Lojodice, Evi Maltagliati, Anna Miserocchi, Valeria Moriconi, Gastone Moschin, Ave Ninchi, Ilaria Occhini, Gianni Santuccio, Giancarlo Sbragia, Mario Scaccia, Aroldo Tieri, Luigi Vannucchi, Massimo Foschi, Eros Pagni, Maria Paiato, Claudia Koll e tanti altri ancora. Nato nel 1947, tre anni dopo che le mine tedesche avevano distrutto il Verdi, il teatro cittadino costruito sul modello della Scala di Milano, l'Istituto del Dramma Popolare debutta mettendo in scena “La Maschera e la Grazia” di Ghéon in onore a San Genesio patrono della città e protettore dei mimi. Ricostruire le coscienze degli uomini lacerate e divise dalla guerra. E' ciò che è importante in questi momenti. Nel 1948, anno in cui va in scena “Assassinio nella Cattedrale”, il teatro sanminiatese si apre all'Italia; l'incontro con il “Piccolo” di Milano di Giorgio Strehler, con gli attori, i registi e i critici affermati tra cui Silvio D’Amico, diventa determinante. San Miniato è in poco tempo teatro d'avanguardia, teatro cristiano, teatro per evangelizzare. E’ la definitiva affermazione dell’Istituto del Dramma Popolare nel panorama teatrale italiano. Il Teatro dello Spirito, ora divenuto festival, ogni anno nel mese di luglio propone una prima assoluta scegliendo come luoghi per la rappresentazione lo scenario naturale delle piazze di San Miniato. Alla “prima” della manifestazione partecipano annualmente ministri, vescovi, noti personaggi dello spettacolo, dello sport, della finanza. Nulla a che invidiare ai più noti teatri italiani. L’attuale trasformazione dell’Istituto del Dramma Popolare da associazione di privati in Fondazione, con il concorso della Fondazione Cassa di Risparmio di San Miniato, del Comune di San Miniato e dello stesso istituto, ha lo scopo di perpetuare una tradizione che ha portato la Festa del Teatro sanminiatese ad assumere un ruolo di primissimo piano nella diffusione della cultura di ispirazione cristiana.