Le vie del presepe di San Miniato e di Cigoli

Fabrizio Mandorlini


Nell’Italia dei presepi, è unica la proposta di San Miniato, in provincia di Pisa, nel cuore della Toscana. 
Il presepe naturale a cielo aperto fatto dalle sinuose colline di San Miniato, come dalla valle dell’Arno, fa da corona agli oltre mille presepi che in ogni borgo, pieve e castello, come nel centro storico, vengono realizzati nel periodo di Natale.  Una tradizione lunga ottocento anni iniziata con San Francesco e che continua con Betlemme
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Fu fondato esattamente più di 800 anni fa, nel 1211, il monumentale convento di San Francesco, a seguito di una visita in città del santo d’Assisi. Con la costituzione dell’ordine francescano dei Frati Minori Conventuali arriva in città la tradizione del presepe, tramandata nei secoli e praticata nelle chiese e nei conventi della città medievale e rinascimentale; rinvigorita dal 1622 con la nascita della diocesi, fino ad arrivare ai giorni nostri. Oggi il presepe, viene riproposto a San Miniato, nel segno della tradizione e attraverso un rinnovato ponte di solidarietà con Betlemme.
 
San Miniato ha un legame tutto particolare con la città della Natività: un gemellaggio che si rinnova ogni anno che mira a promuovere la pace e la cooperazione, e che un ente, la “The People of San Miniato Foundation” ha trasformato in forma concreta di solidarietà economica, attraverso la concessione di finanziamenti e operazioni di microcredito per valorizzare il piccolo artigianato e promuovere l’economia di quella cittadina in Terra Santa.
 

Una via dei presepi lunga due chilometri
 
Gli angoli naturali con le suggestive vedute che si hanno nel centro storico di San Miniato si trasformano in presepe, in un percorso lungo più di due chilometri. Accanto a quelli che vengono realizzati nelle famiglie, si affiancano quelli realizzati nelle chiese, negli attici degli storici palazzi, lungo i vicolo carbonari, nelle sedi di associazioni ed enti, in luoghi caratteristici; presepi realizzati da bambini, giovani o anziani ed altri più propriamente artistici, dove la sapiente mano di maestri presepisti dà vita a ricostruzioni e ad ambientazioni suggestive.
 
Ci sono poi presepi che portano in città la tradizione di altre culture, di altre città e di altre terre d’Italia e del mondo, ci sono i presepi permanenti che possiamo ogni giorno ammirare, ma che nei giorni di Natale prendono tutta un’altra sembianza. Il patrimonio artistico che il Sistema Museale di San Miniato e le chiese della città conservano al suo interno sono opere assai pregevoli, un vero e proprio itinerario alla scoperta di raffigurazioni (Annunciazioni, Natività, Madonne con Bambino e Sacre Famiglie) affidate nei secoli ai pennelli di validi artisti noti nei libri di storia dell’arte, sconosciute ai più, ma patrimonio di fede e di devozione. Come non pensare alla “Madonna in trono” opera del “Cigoli” o alla “Madonna che allatta il bambino”, che dà il nome alla “Sala delle sette virtù” in palazzo Comunale?
 
Le vetrine dei negozi dei commercianti di San Miniato aggiungono alle attrattive fatte di prodotti tipici del territorio e del piccolo artigianato, un ulteriore elemento: un presepe o un’opera d’arte che richiama il Natale; ogni bottega secondo la propria sensibilità e la propria tipologia di attività.
 

Un presepe ispirato alla tragedia dei migranti e a Papa Francesco
C’è chi dice che sia il più grande della Toscana. Non lo sappiamo. Sicuramente è un presepe da record quello allestito nel retro del nelle seminario vescovile, (accesso dopo piazza del Seminario) dall’artista sanminiatese Mario Rossi. Un presepe allestito nel segno della “povertà” e che trae spunto da vicende che, purtroppo, sono diventate quotidiane, come gli sbarchi a Lampedusa o alle tragedie del Mediterraneo. Migranti di oggi come erano migranti di ieri Giuseppe e Maria. Su tutto questo le parole di Papa Francesco appaiono come un richiamo alle coscienze di ognuno e a questi richiami per l’uomo di oggi si è ispirato, in un presepe a misura d’uomo, dove il visitatore è il protagonista e fa parte del presepe stesso, il presepista Mario Rossi.

Sulla collina di Cigoli, sulle orme di Lodovico Cardi
 
Nel paese che ha dato i natali al pittore Lodovico Cardi, Cigoli, l’antica pieve è il luogo ideale e suggestivo per accogliere il presepe artistico. Lo realizzano da tredici anni un gruppo di “giovani presepisti” coordinati da Andrea Ferreri. Ogni visitatore fa il suo ingresso nel presepe seguendo un percorso che si addentra nel paesaggio tipico palestinese per seguirlo lungo tutta la sua estensione ed uscire in quello che potremo definire, la periferia di Betlemme. Particolare cura è stata inoltre dedicata alla riproduzione della città di Gerusalemme. Esaltati e curati nei minimi particolari sono i personaggi del presepe intenti nelle varie attività: dal fornaio al falegname, dal pastore al panettiere, dal pescatore al calzolaio. Grazie ai sofisticati sistemi tecnologici impiegati non mancano suggestivi giochi di luce, musiche e i giochi d'acqua.
 Mentre la pieve di San Giovanni Battista si trovano così tante suggestioni, nella chiesa di San Rocco a Cigoli i ragazzi delle scuole hanno realizzato una serie di piccoli presepi che sono in esposizione. L’anno quattrocentenario in onore del pittore Lodovico Cardi “Il Cigoli” verrà ricordato nel tempo di Natale con una mostra didattica che ne ripercorre la vita e le opere principali allestitata anch’essa nella Chiesa di San Rocco.

Il Presepe vivente con oltre cento protagonisti
 
A San Miniato Basso i marmi bianchi che rivestono la chiesa della Trasfigurazione, realizzati nella bottega di un artigiano marmista di Betlemme, simbolo di quel ponte straordinario che unisce San Miniato alla Terra Santa, fanno da sfondo alla rappresentazione del presepe vivente messo in scena da oltre cento “attori” grandi e piccoli in un percorso che si articola attraverso varie scene, dall’Annunciazione all’Adorazione dei Magi.