Metti una sera a cena tra il Cigoli e Napoleone

Metti una sera al museo, incontrando uomini che hanno fatto la storia, guidati da quel fascino nascosto e misterioso che rappresenta l'attrattiva dei poli museali della città. Lodovico Cardi detto Il Cigoli in omaggio al suo paese natale, lo incontriamo al Conservatorio di Santa Chiara dove è esposto il «Noli me Tangere» e al museo diocesano con «La Madonna in trono con bambino e i santi Michele e Pietro apostolo» . Anche Barry Lindon, protagonista dell'omonimo film di Stanley Kubrick, amava i suoi dipinti. È famosa la scena in cui il protagonista sceglie di acquistare la più costosa tra una serie di tele, proprio «L'adorazione dei Magi», dipinta dal Cigoli nel 1605. E anche il regista Sukurov nella sua "Arca Russa", tra le tante opere dell'Ermitage di San Pietroburgo sceglie di far soffermare il protagonista sulla «Circoncisione» del nostro pittore. Prima di loro era Galileo Galilei ad amare e apprezzare i dipinti del Cigoli, che si contendeva col Caravaggio il primato nel manierismo. Il Cigoli ebbe con lo scienziato un lungo scambio epistolare, conservato in un carteggio, che influenzò la sua pittura tanto da riportare nelle sue opere le scoperte astronomiche del tempo. Nell'affresco a Santa Maria Maggiore a Roma, nel raffigurare la Vergine Assunta, rappresentò infatti la luna, per la prima volta nella storia dell'arte, esattamente come quella osservata dall'amico Galileo, molto più naturalistica, con i crateri e le ombre. Ma una sera al museo ti puoi imbattere nel più noto dei condottieri: Napoleone. Accertate le sue origini sanminiatesi, egli tornò in città per incontrare lo zio canonico Filippo Buonaparte, come testimonia una lapide, nel 1797.  All'Accademia degli Euteleti è conservata la "Maschera Funeraria" proprio di Napoleone: l'opera mostra una precisione fisionomica assente nelle altre repliche esistenti, tanto da far supporre che si tratti di un autentico calco sull'originale, eseguito dal medico corso Antommarchi e dal medico inglese Francis Burton. Essa giunse nella collezione dell'Accademia nel 1951 attraverso l'architetto scultore Flaminio Bretoni, che conosceva San Miniato attraverso il pittore Antonio Luigi Gajoni. Un reliquiario di pregevole fattura appartenuto allo zio di Napoleone, il canonico Filippo, è conservato al museo di Santa Chiara, mentre un altare da viaggio è al museo diocesano. Per una visita alle spoglie mortali del canonico è sufficiente fare pochi chilometri nella campagna, arrivando alla chiesa di Calenzano dove è il suo sepolcro, dopo aver incontrato i palazzi e le ville dei Buonaparte.
«La deposizione», a Palazzo Roffia, sede dell'Arciconfraternita di Misericordia, è un gruppo ligneo costitutito dalle figure quasi al naturale di Cristo, della Vergine e di San Giovanni ed è databile alla fine del XIII secolo. Un'opera attribuita a Giovan Battista Tiepolo è il bozzetto raffigurante «L'Educazione della Vergine» eseguito per la chiesa della Fava a Venezia ed è al museo diocesano. Mentre Francesco Lanfranchi, lo "Spillo", fratello del più famoso Andrea del Sarto, ha le sue tavole dipinte  nello splendido altare ligneo intagliato dai fiorentini Luca e Bastiano, nella chiesa del Loretino.
E di quanti tesori non vi ho parlato?