Ecco "La Resurrezione di Lazzaro" dell'artista Natale Addamiano. Il "cencio" per il palio di San Lazzaro 2016 sarà presentato alla presenza del vescovo Andrea Migliavacca

di Fabrizio Mandorlini
Con il "cencio" 2016 realizzato dall'artista Natale Addamiano, la ricca collezione a tema unico "La resurrezione di Lazzaro" si arricchisce di una nuova tessera, in un mosaico unico di arte e di fede di cui la piccola chiesa di Pino di Ponte a Elsa, a San Miniato è custode. Una tradizione che vede ogni anno arrivare un'opera realizzata da un noto artista che interpreta ai nostri giorni la pagina evangelica della resurrezione.
Per Natale Addamiano si tratta di una nuova tappa nel suo percorso artistico a San Miniato e in particolare a Ponte a Elsa. L'artista che ha dipinto il cencio, è un amico di lunga data del palio di San Lazzaro. Addamiano ha già dipinto il cencio nel 1999 e realizzato la via crucis artistica che si trova nella nostra chiesa parrocchiale di Pino. Si devono a lui e ai suoi allievi gli affreschi realizzati nell'oratorio di San Lazzaro. Ma soprattutto si deve anche alla sua premura e sensibilità verso il percorso artistico, unico in assoluto che si è creato a Ponte a Elsa, se tanti altri artisti noti hanno dato continuità a patrimonio di arte e di fede che è di tutti.


Leggi le note critiche sull'opera, la biografia dell'artista e il programma della presentazione

Natale Addamiano ed il Palio di S.Lazzaro 2016
Nota critica del prof. Sauro MoriLa figura di Cristo è al centro, isolata, avanza e alza il braccio verso la montagna, nella quale affonda il nero sepolcro, dal quale spunta candido il resuscitato: sappiamo che è Lazzaro! Intorno all’ingresso del sepolcro, altre figure animano la scena, testimoni perplessi, increduli di ciò che è accaduto proprio di fronte ai loro occhi. La superficie del dipinto è occupata per lo più dal paesaggio, arido, roccioso, polveroso, nel quale si inserisce di spalle la figura di Cristo, che avanza a passi lunghi, quasi volesse recuperare il ritardo del suo arrivo e si orienta al sepolcro. La sua mano sembra fondersi con la montagna, che solo lui può smuovere con tutto ciò che contiene, sepolcro e morto compresi. Ha appena pronunciato le parole e l’effetto è immediato, lo dimostrano coloro che sono presenti. Dal nero del sepolcro, per contrasto simultaneo, si anima il Lazzaro bianco e sentiamo il passaggio dalla morte alla vita. Il pittore non ricorre alle espressioni facciali, ma semplicemente a questo contrasto tra tinte neutre. Gesù è il centro di tutta la scena e questa sua centralità viene sottolineata dall’altro contrasto tra colori. Infatti la veste rossa e il bruno del mantello vanno a formare una lettera “V” (come Vita) che diventa anche un cono prospettico rovesciato, che attrae a sé e fa sentire l’avanzamento della figura fasciata di Lazzaro. E’ questa una trovata creativa e tecnica, che aumenta la velocità narrativa e che pochi riescono ad utilizzare, perché bisogna avere talento e conoscere il mestiere. Per queste ragioni l’opera diventa con facilità “popolare”, alla portata di chiunque. Intorno a quel sepolcro ci sono altre figurine, ognuna con la sua carica narrativa. Sono stato attratto da quella vestita di nero, potrebbe raffigurare una delle sorelle in lutto, ma richiama tutte le figure femminili, madri e spose, che vedemmo in passato e che occupano un posto nella nostra memoria. Il miracolo narrato nel Vangelo viene riproposto ancora una volta con semplicità, efficacia e soprattutto in maniera nuova. Ripenso al Lazzaro, completamente fasciato, di lui non vediamo nulla e anche per questo, assomiglia ad ogni uomo del mondo.
A mio parere, questa è la novità comunicata dall’artista.


Chi è Natale Addamiano

Natale Addamiano nasce a Bitetto (Bari) il 12 maggio 1943.
Trasferitosi a Milano nel 1968, si iscrive con l’amico Michele Zaza all’Accademia di Brera, dove frequenta i corsi di pittura tenuti dal maestro Domenico Cantatore e consegue il diploma nel 1972. Nello stesso periodo conosce Giuseppe Banchieri, Giovanni Cappelli, Attilio Forgioli ed Enrico Della Torre con i quali parteciperà a diverse esposizioni collettive.
Nel 1970 tiene la sua prima mostra personale presso la Galleria L’Agrifoglio di Milano e l’anno seguente la Galleria Solferino espone una selezione di trenta dipinti appartenenti ai Diari Notturni, ciclo che accompagnerà per circa un decennio il suo cammino artistico. La mostra viene recensita sul “Corriere della Sera” da Dino Buzzati che divverà suo amico e collezionista insieme al giornalista e critico d’arte Mario Perazzi.
Nell’ottobre dello stesso anno viene chiamato da Roberto De Robertis a insegnare presso la cattedra di Pittura dell’Accademia di Bari mentre nel 1973 espone presso la galleria La Bussola alcuni dipinti di grande formato ancora legati a quella particolare ricerca “diaristica”.
Il 30 agosto sposa Gemma Valeriano. Nel 1976 Domenico Cantatore lo invita ad insegnare presso la sua cattedra di pittura a Brera e nello stesso anno espone alla Galleria Orvi di Tradate dove ha modo di conoscere Ennio Morlotti e Karl Plattner. Inizia la sua ricca attività di opere litografiche con la stamperia La Spirale di Milano ed entra in contatto con Giuseppe Ajmone e Franco Rognoni, due importanti protagonisti dell’ambiente artistico milanese del tempo.
Nel 1978 Roberto Sanesi lo invita ad esporre al Palazzo Ducale di Urbino, curandogli anche il catalogo dell’esposizione tenuta negli spazi della Galleria Cocorocchia di Milano. Due quadri verranno acquistati dall’ingegnere Boschi-Di Stefano per la sua collezione privata. Nel 1983 realizza una mostra di incisioni presso il Palazzo Sormani di Milano e nel 1988 espone diverse opere su carta alla Galleria Il Cenacolo di Piacenza.
Lo stesso anno il Comune di Polcenigo gli commissiona, insieme a Giancarlo Cazzaniga e Alberto Gianquinto, un ciclo di opere legate al proprio territorio. In occasione della mostra Diario (1989), organizzata dalla Galleria Grigoletti di Pordenone, il poeta e critico d’arte Osvaldo Patani gli dedica una poesia e nel 1990 inaugura una personale alla Spirale di Milano dove conosce Kayoko Shimada, suo punto di riferimento per il Giappone.
In questi anni partecipa a numerose rassegne e premi, tra cui la VI Triennale dell’Incisione al Palazzo della Permanente di Milano (1991) e la XXXII Biennale di Milano (1994), e nel 1993 gli viene dedicata una prima grande antologica presso Villa Cattaneo a San Quirino. Si susseguono personali e collettive in Italia e all’estero e, nel 2002, nella sua città natale, lo Studio4 Art Gallery espone un ciclo di dipinti dedicati al Borgo Antico. Lo stesso anno nasce l’Archivio generale presso la Galleria Dep Art di Milano. Nell’ottobre del 2003 si trova in Giappone (Tokyo, Kyoto, Kobe, Osaka, Niigata) dove inaugura cinque mostre personali, e nel 2004 viene invitato a Cracovia, all’Istituto Italiano di Cultura, dove esporrà trenta opere scelte dal critico milanese Flaminio Gualdoni.
Nel 2005 la città di San Vito al Tagliamento organizza un’esposizione all’Ex Ospedale dei Battuti e il Centro Studi Sartori per la Grafica di Mantova presenta il catalogo dell’opera incisa realizzata tra il 1972 e il 2002. Segue, nell’estate dello stesso anno, un’ampia antologica al Museo Archeologico Nazionale di Paestum che documenta l’intero iter creativo dell’artista: dagli esordi degli anni Settanta con la serie dei Diari Notturni, caratterizzati da cromatismi cupi e inquieti, alle opere più recenti legate invece ad una visione lirica e poetica della natura.
Nel 2008 la città di Molfetta gli dedica un importante personale che ripercorre il tema caro delleGravine e negli spazi espositivi della Casa del Pane di Milano viene allestita una grande mostra dedicata ai Notturni cittadini dove architetture urbane e antichi monumenti appaiono filtrati dall’intenso e crepitante impasto materico. Di grande rilievo la produzione grafica (acquaforti, litografie e serigrafie) che ripercorre un periodo fecondo della sua attività, evidenziandone la maturità e la singolarità del percorso artistico tutt’ora in continua evoluzione.

Il programma della presentazione dell'opera
Lunedì 7 marzo ore 18
Circolo La Bandiera
Presentazione del Cencio 2016  "La resurrezione di Lazzaro" opera dell'artista Natale Addamiano.
Relazione critica del prof. Sauro Mori
Intervengono:
Chiara Rossi, assessore alla cultura del Comune di San Miniato
Mons. Andrea Migliavacca, vescovo di San Miniato
A seguire:
Presentazione del corteo storico 2016 e del gruppo musici e sbandieratori
Saluto conclusivo del sindaco Vittorio Gabbanini
Coordina Fabrizio Mandorlini, giornalista
Tutti sono invitati a partecipare. Al termine sarà offerto un apericena.